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Milano Unica la prima grande fiera a Milano della stagione

Scritto da Alessandro Cravidi | 10-set-2020 9.38.24

Si ritorna sul campo, con entusiasmo e voglia di far ripartire il Made in Italy! 

Milano riapre i suoi quartieri fieristici con l’appuntamento di Milano Unica, la due giorni dedicata ai tessuti e agli accessori, che inaugura la lunga “settimana” della moda Autunno-Inverno 21/22.

Un’attesa lunga sei mesi: il forzato stop a tutti gli eventi degli scorsi mesi non poteva che interrompersi con uno dei settori più iconici per la città: la moda. Un comparto e una filiera che non si è fermata, anzi, pur avendo subito pesanti scossoni dovuti al calo dei consumi e dell’export, vuole lasciarsi alle spalle un periodo infelice e ripartire con nuovo slancio.

La manifestazione si presenta ridimensionata rispetto al passato, con circa il 50% degli espositori, sia come numero assoluto che come metri quadri; tra i corridoi il clima è comunque di cauto ottimismo, si sente voglia di ricominciare a lavorare, incontrarsi e prendere ispirazione. La gente gira e si interessa, l’esperienza in fiera non è cambiata molto dal passato: basta una mascherina e una buona dose di igienizzante per mani ed il gioco è fatto. Gli obiettivi non sono cambiati, anzi si sono rafforzati: in fiera è fondamentale vedere le novità. Le nuove collezioni vanno viste e soprattutto toccate (apprezzato lo sforzo di igienizzazione per permettere a tutti di tastare con mano i tessuti).

Delle 207 aziende espositrici, 31 provengono dall’estero: anche se in molti hanno preferito saltare questo appuntamento, nessuno dei presenti ha avuto problemi relativi al viaggio o a quarantene dovute alle nuove normative Covid, una buona notizia per l’immediato futuro dei viaggi di lavoro. Non molti i buyer esteri, comprensibilmente, soprattutto dai paesi più “chiusi” ma per il Made in Italy fondamentali come USA, Cina, India ecc., molti dei quali sono stati frenati dalle proprie politiche aziendali che impediscono gli spostamenti in questo periodo.

Il panorama economico e sociale attraversa una fase di cambiamento: uno scenario in cui viaggiare non è più così semplice come lo è stato fino a poco fa, la voglia di normalità che si scontra con il timore di una ripresa acuta dei contagi, la necessità di fare business e incontrarsi dal vivo. Non mi azzarderei a definire le persone che ho incontrato in fiera “eroi”: ho parlato con imprenditori e artigiani che si rimboccano le maniche, come hanno già fatto molte volte in passato, per tornare a lavorare dopo una brutta tempesta. Ho sentito lo spirito del cosiddetto Made in Italy, che trova nelle difficoltà la forza per ripartire.