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Vicenza Oro Voice: prove generali per la ripartenza

Scritto da Andrea Nava | 16-set-2020 9.11.51

Lunedì 14 settembre abbiamo visitato Vicenza Oro Voice. Un evento che, non senza coraggio, viene tenuto in un periodo storico e socio-economico fra i più difficili che si possano ricordare. Il settore orafo è stato pesantemente colpito dalla crisi: i dati Federorafi parlano di un calo medio del fatturato delle imprese del settore pari a -43%.

Le 370 aziende presenti a Voice offrono però la prova che il settore vuole, deve ripartire. 

Gli espositori con cui abbiamo parlato erano tutti consapevoli delle difficoltà del periodo, ma tra chi dichiarava di “tirare avanti” e chi parlava più esplicitamente di ripresa, il sentiment generale ci è sembrato positivo.

Ma torniamo alla fiera. L’esperienza di per sé non è molto diversa da quella delle edizioni passate: i visitatori girano con la mascherina, ogni 10 metri c’è un dispenser di gel disinfettante e un efficiente staff di “sanitizzatori” provvede a igienizzare in continuazione le aree comuni. Ma per il resto, la vita è la “solita”: incontri fra operatori della filiera, merce che viene mostrata, biglietti da visita che passano di mano in mano e innumerevoli caffè consumati. Certo, la mancanza dei visitatori stranieri è evidente, in particolar modo quelli provenienti dai paesi orientali: India, Cina e Giappone. È quindi un’edizione a trazione italiana, sebbene non manchi l’occasione di sentire qua e là frasi russe, inglesi e francesi.

Meno gente, dunque, ma la fiera appare tutt’altro che “morta”. Sono gli stessi espositori a confermarcelo: è a Vicenza che vengono presentate le novità, che è possibile fare affari o incontrare potenziali partner. E per loro è più che naturale, anzi ovvio, continuare a parteciparvi.

L’evento dunque si conferma pienamente nella propria importanza per un settore che vuole ripartire, e che sembra riscoprire, forse anche a causa delle difficoltà nel commercio con l’estero, la forza e l’eccellenza del made in Italy.